Ascorbato di Potassio

Ascorbato di potassio


L’Ascorbato di Potassio è un sale derivato dall’Acido Ascorbico (Vitamina C) che si ottiene per soluzione estemporanea a freddo di 2 composti (Acido Ascorbico e Bicarbonato di Potassio), che devono essere in forma cristallizzata purissima.

L’Acido Ascorbico, le cui funzioni sono state già descritte, rappresenta il mezzo di trasporto per il Potassio, dentro la cellula, ripristinando in tal modo il corretto metabolismo cellulare.

L’Ascorbato di Potassio, quindi, si può definire un Bioregolatore cellulare con proprietà immunostimolanti ed antiossidanti.


Questo, in sostanza, è il ruolo dell' Ascorbato di Potassio

L'Ascorbato di Potassio si differenzia da altri integratori a base di Potassio in quanto permette l’entrata del Potassio nelle cellule anche quando ci sono alterazioni alle strutture proteiche ed enzimatiche della pompa sodio-potassio.

L’Ascorbato di Potassio riequilibra questa pompa, grazie alla sua struttura ciclica (per struttura ciclica deve intendersi una struttura chimica in cui si configura un sistema “a catena chiusa”, mentre la struttura lineare configura un sistema “a catena aperta”).

L’Acido Ascorbico, in soluzione, ha una struttura ciclica; quando, invece, è cristallizzato ha una struttura lineare.

Il Ribosio (importante zucchero che entra nella struttura chimica dell’RNA – Acido RiboNucleico – costituente essenziale delle cellule) ha la funzione di accelerare il trasporto del Potassio all’interno della cellula.


In questi meccanismi sta la differenza importante tra l’assunzione di Ascorbato di Potassio e l’assunzione di Acido Ascorbico e Potassio, separatamente.

Quindi, assumendo  Acido Ascorbico e Bicarbonato di Potassio, non si assume semplicemente Acido Ascorbico e Potassio bensì Ascorbato di Potassio.

In base alle sue proprietà farmacodinamiche, l’Ascorbato di Potassio trova molteplici applicazioni.

Si va dalle situazioni più “semplici” a quelle più complesse.

Elencarle tutte è difficile, ma facciamo alcuni esempi:

- attività sportiva

- periodi influenzali

- stress psico-fisico

- per la prevenzione di molte patologie ad etiologia varia

- supporto in molte patologie, quali quelle degenerative in senso lato (sia a livello neuronale che periferico) e nel paziente oncologico.

Per quest’ultima potenziale applicazione, teniamo presente che già il processo tumorale provoca stress ossidativo e riduzione delle difese immunitarie e che questi processi vengono esaltati dai chemioterapici.

Il Prof. Gianfranco Valsè Pantellini – (1917-1999) Membro dell’Accademia delle Scienze di New York e della Società Internazionale di Criochirurgia – ha studiato molto l’Ascorbato di Potassio che ha utilizzato anche in pazienti con tumori allo stadio terminale, registrando notevoli benefici sia in termini di qualità di vita che di rallentamento del processo tumorale.

A questo riguardo, teniamo presente che l’Ascorbato di Potassio ha mostrato anche una qualche azione antiangiogenica.

Con questo termine s’intende l’azione di inibire o rallentare la crescita tumorale attraverso l’inibizione della formazione di nuovi vasi sanguigni, riducendo così l’arrivo di nutrienti e di ossigeno nei siti tumorali.

Certamente, si tratta di casi isolati e non facenti parte di studi clinici controllati.

Quindi, non possiamo e non dobbiamo parlare di Ascorbato di Potassio come di un antitumorale, così come non possiamo e non dobbiamo parlare di Ascorbato di Potassio come farmaco che “cura” altre patologie.

Possiamo e dobbiamo, però, inquadrare l’Ascorbato di Potassio come prodotto che, in base alle sue proprietà (bioregolatore cellulare – immunostimolante – antiossidante) previene il malfunzionamento cellulare che è alla base di molte patologie o che corregge tale malfunzionamento nel caso in cui esso si sia già instaurato.

In definitiva, non dobbiamo far passare il messaggio che l' Ascorbato di Potassio sia la panacea di tutti i mali. E’, però, un prodotto che ha una sua collocazione e dignità in base ad un meccanismo biochimico ben definito che consente alle cellule di riprendere la loro normale funzionalità e, quindi, all’organismo di “star meglio” e di far fronte agli agenti esterni che potrebbero alterare la sua omeostasi.


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